PLATONE
CONTESTO STORICO
Dopo la guerra del Peloponneso Atene, sconfitta da Sparta, attraversa un periodo di crisi soprattutto a livello politico con la perdita della democrazia. Inoltre, Atene è minacciata da un lato dell’ascesa di Tebe, dall’altro dall’espansione del Regno macedone a cui sarà costretta a sottomettersi. Gli ateniesi non si sentono più cittadini ma sudditi e perdono fiducia nella politica. È in questo clima che nasce l’esigenza di fondare un nuovo stato e sarà Platone a teorizzare e tentare di mettere in pratica un modello di Stato ideale.
LA VITA
Platone nasce ad Atene (428 a.C.) da una famiglia ricca e aristocratica. A 20 anni inizia a frequentare Socrate di cui sarà discepolo fino alla sua morte. Dopo l’ingiusta condanna di Socrate, Platone si allontana dalla vita politica e si dedica soltanto alla filosofia che egli ritiene possa essere l’unico mezzo per risvegliare negli ateniesi il desiderio di ricercare la verità e per poter realizzare uno Stato ideale e giusto.
Per realizzare questo Stato ideale compie tre viaggi: si reca inizialmente a Siracusa, governata da Dionigi il vecchio e diventa lì amico del cognato Dione. Dionigi non condivide le idee di Platone e lo costringe ad andare via. Durante il viaggio di ritorno ad Atene, Platone viene fatto prigioniero e reso schiavo. Un aristocratico ateniese lo riconosce e lo acquista riportandolo come uomo libero. Successivamente Platone torna di nuovo a Siracusa chiamato da Dione il quale, vuole convincere il suo successore, il nipote Dionigi il giovane, ad attuare le riforme sul modello politico platonico. Ma Dionigi il giovane, temendo che lo zio Dione voglia rubargli il trono, lo esilia, ma consente a Platone di rimanere a Siracusa. Platone deluso ritorna ad Atene.
Dopo pochi anni torna a Siracusa dove cerca di convincere Dionigi il giovane a fare entrare a Siracusa Dione. I suoi tentativi falliscono e Platone viene imprigionato. Successivamente viene scarcerato da Archita, il tiranno di Taranto e si dedicò per il resto della sua vita ai soli studi e all’insegnamento nella ACCADEMIA, la scuola da lui fondata. Muore tra il 348 e il 347 a.C. all’età di circa 80 anni.
LE OPERE DI PLATONE
Platone scrisse molte opere usando lo stile del DIALOGO. Si possono cronologicamente suddividere in:
- Dialoghi socratici o giovanili, in cui Platone riporta fedelmente il pensiero di Socrate.
- Dialoghi della maturità, in cui Platone espone la sua teoria che è diversa da quella di Socrate. Dialogo importante da ricordare e “La Repubblica” in cui egli descrive il suo Stato ideale
- Dialoghi della vecchiaia, in cui Platone rivede alcuni aspetti della sua filosofia politica. Dialogo da ricordare è “Le leggi” in cui ammette l’impossibilità di realizzare il suo stato ideale e prospetta una nuova più realistica visione politica
LA TEOERIA DELLE IDEE
Platone ritiene che le cose di cui facciamo esperienza diretta sono la manifestazione concreta cioè sensibile delle idee che rappresentano la vera realtà, per cui sono perfette immutabili e incorruttibili. Al contrario la realtà sensibile è una copia imperfetta, mutevole e corruttibile delle idee. La realtà è dunque divisa in due dimensioni: quella del mondo delle idee, che Platone definisce IPERURANIO, e quella del mondo sensibile, cioè la realtà concreta. Anche nell’uomo vi è un dualismo tra la parte materiale, cioè il corpo che è imperfetto e mortale, e la parte spirituale cioè l’anima che è perfetta e immortale
RAPPORTO TRA COSE E IDEE
MIMESI –> le cose imitano le cose
METESSI –> le cose partecipano all’essenza delle idee
PARUSIA –> le idee partecipano all’essenza delle cose
LA CONOSCENZA COME REMINESCENZA
Secondo Platone l’anima umana prima di incarnarsi nel corpo si trova nel mondo perfetto delle idee dove contempla la realtà autentica. Quando però l’anima si incarna nel corpo dimentica ciò che ha visto nell’iperuranio e si fa ingannare dalla falsa conoscenza, ossia dalle opinioni. Tuttavia, l’uomo può accedere alla vera conoscenza attraverso il ricordo.
TRIPARTIZIONE DELL’ANIMA
Per Platone l’anima umana è divisa in tre parti:
- concupiscibile, sede dei desideri e delle passioni
- irascibile, sede dell’impeto
- razionale, sede della ragione
il compito della parte razionale è quello di controllare le altre due parti, soprattutto quella concupiscibile che tende a ribellarsi mentre quella irascibile e più facilmente dominabile dalla ragione. Solo così facendo si possono realizzare le virtù fondamentali: la saggezza, il coraggio, la temperanza e la giustizia. Per Platone lo scopo della vita umana e dell’educazione deve essere quello di dominare con l’anima razionale la parte concupiscibile e irascibile: ciò è possibile attraverso un percorso di conoscenza progressivamente sempre più elevato passando dalle opinioni fallaci alla scienza.
VEDI MITO DELL’AURIGA
L’auriga (anima razionale) deve guidare il carro in alto verso il mondo delle idee(iperuranio-conoscenza). Per fare ciò deve saper guidare bene i due cavalli: quello bianco (anima irascibile) e quello nero (anima concupiscibile) che senza una guida andrebbero verso il basso (reincarnazione).
L’auriga quindi deve riuscire a guidare i cavalli nella stessa direzione, verso l’alto, tenendo a bada quello nero e spronando quello bianco, in modo da evitare o ritardare il più possibile di “precipitare” nella reincarnazione. Chi è precipitato subito rinascerà come una persona ignorante o comunque lontana dalla saggezza filosofica, mentre coloro che sono riusciti a contemplare l’Iperuranio per un tempo più lungo rinasceranno come saggi e come filosofi.
TRIPARTIZIONE DELLA SOCIETÀ
Nel suo famoso dialogo “La Repubblica” Platone fa un parallelismo tra la tripartizione dell’anima e quella della società. In uno stato ideale ci devono essere 3 distinte classi sociali:
- I produttori, nei quali predomina la parte concupiscibile dell’anima e che hanno il compito di produrre tutto ciò che serve allo stato per la sua sussistenza. La loro virtù deve essere la temperanza
- I guerrieri o custodi, nei quali predomina la parte irascibile dell’anima e che devono difendere lo stato. La loro virtù deve essere il coraggio.
- I governanti devono essere filosofi nei quali predomina la parte razionale dell’anima e hanno il compito di governare lo stato. La loro virtù deve essere la saggezza.
Platone pone in cima al suo stato ideale i filosofi.
Ciò che conta è che ognuno svolga il suo specifico compito affinché nello stato ideale possano regnare l’armonia e la giustizia.
L’ACCADEMIA PLATONICA
Nel 387 a.C. Platone fondò ad Atene la sua accademia. Vi sono strutture e giardini dove Platone tiene le sue lezioni che si basano soprattutto sul dialogo e il confronto. La scuola è organizzata come una comunità in cui discepoli vivono insieme a Platone. Chi la dirige è lo scolarca che viene eletto e dura in carica fino alla morte. Lo scopo principale di tutte le lezioni è la formazione politica in vista del rinnovamento della vita cittadina per superare la crisi della polis. Per la formazione dei futuri filosofi si insegnano la matematica l’astronomia la fisica e la dialettica. Dopo la morte di Platone l’Accademia continua ad esistere per oltre 8 secoli fino al 529 d.C., quando l’imperatore Giustiniano la fa chiudere. Storicamente si distinguono tre fasi:
- antica o prima Accademia diretta da discepoli di Platone
- media o seconda Accademia
- nuova o terza Accademia detta anche scuola di Atene