FOSCOLO: ‘I SEPOLCRI’

FOSCOLO: ‘I SEPOLCRI’

Indice sepolcri:
Introduzione.
Parte uno e due.
Parte tre e quattro.

Foscolo ‘I SEPOLCRI’: TERZA PARTE

Foscolo esordisce nella terza i parte nei “i sepolcri”, con l’esaltazione delle tombe dei grandi. Andare a far visita alle tombe dei grandi (grandi intesi come personaggi importanti che hanno fatto delle cose grandi, che hanno segnato la loro storia), può accendere l’animo e infondere coraggio per fare imprese o comunque a influenzare a fare azioni positive.

La Chiesa di Santa Croce a Firenze: Complesso Museale di Santa Croce
Chiesa di Santa Croce

Come esempio di questo parla della Chiesa di Santa Croce, situata a Firenze. In questo posto è possibile vedere le tombe di personaggi molto importanti come Macchiavelli, Michelangelo, Galileo Galilei.
Macchiavelli perché ha parlato contro uomini politi, non ha accettato “a testa bassa” e non si è fatto mettere i piedi in testa.
Michelangelo è importante perché era un artista molto plastico, riusciva a esprimere molto bene, come nessun’altro artista, i sentimenti dell’uomo. Inoltre aveva fatto la Cappella Sistina che rappresenta la massima espressione rinascimentale.
Galileo Galilei invece in quanto è andato contro il sapere dogmatico, ossia il credere a delle cose solamente perché lo aveva detto qualcuno di importante, senza verificarne veramente la correttezza. Era anche famoso per la sua fisica meccanica, dalla quale deriva anche la nostra fisica attuale.

Sottolinea anche come sia Firenze stessa ad essere famosa e non solo la Chiesa di Santa Croce, poiché è la città natale di personaggi famosi come Dante e Petrarca.
Qui bisogna fare due precisazioni però. Foscolo infatti qui commette due errori: parlando di Dante dice, erroneamente, che era un ghibellino. Come sappiamo infatti lui era un Guelfo Bianco e non un ghibellino. Inoltre Petrarca non è proprio nato a Firenze, anche se passa lì gran parte della sua vita.

La terza parte del poema continua riprendendo il senso civile del ‘Carme’.
Descrive infatti come l’Italia aveva subito delle invasioni da parte di stranieri e che quindi al popolo italico, persa anche la terra, non restava altro che le tombe, tombe sulle quale gli italiani si sarebbero dovuti recare per infondersi coraggio per scacciare gli stranieri.

Battaglia di Maratona tra Greci e Persiani - Studia Rapido
Battaglia di Maratona

La terza parte dei sepolcri, si conclude con una parte che verrà poi ripresa all’inizio della quarta e ultima parte.
Si parla del mito di Maratona. Spiegato in poche parole, a Maratona ci fu secoli prima (rispetto al tempo in cui Foscolo scrive il poema, al suo presente) la battaglia tra le Polis Greche e i Persiani. Le Polis Greche erano un insieme di città stato, unite insieme per fare fronte comune contro appunto i Persiani. In questo momento (si intende sempre il momento in cui Foscolo sta scrivendo il poema) i Graci devono combattere contro gli Ottomani, e dice che dovrebbero andare sulle tombe dei grandi di maratona a piangere in modo da avere il coraggio e la forza di combattere contro gli Ottomani.

Questa per Fosco è anche un allegoria per dire che anche gli italiani dovrebbero fare la stessa cosa (piangere sulle tombe dei grandi) per avere coraggio e combattere gli stranieri invasori.


‘I SEMPOLCRI’: QUARTA PARTE

Nella quarta parte dei sepolcri, Foscolo continua a parlare di miti, in particolare del mito di Aiace. Il mito di Aiace in maniera riassuntiva racconta della storia delle armi di Achille. Alla morte di Achille infatti le sue armi sarebbero dovute andare ad Aiace, ma Ulisse tramite l’inganno e l’astuzia riesce a rubarle ad Aiace, il quale non riuscendo a sopportare la vergogna di essersi fatto ingannare in questa maniera da Ulisse sommato al dolore che provava si suicidò. Ulisse prese le armi stava facendo ritorno in patria ma a causa di un naufragio la nave si danneggiò e le armi che trasportava caddero in mare che con le correnti giunsero fino a sopra il sepolcro di Aiace. Questo mito vuole far notare come le armi spettassero di diritto ad Aiace e pur se ormai defunto esse fecero ritorno dal loro legittimo proprietario.

Chi scegliere tra Aiace e Odisseo? | Doppiozero
Mito Aiace

Parlando della città di troia vengono anche nominati i suoi fondatori: Dardano ed Elettra. Essi erano considerati dei semi Dei, e gli abitanti di Troia andavano a piangere sulle loro Tombe.
Questa città, Troia, pur essendo realmente esistita non ne rimane nulla in quanto è stata distrutta e con il tempo perfino i sepolcri dei defunti sono andati persi, ma in quanto questa città è stata mitizzata, grazie alle poesie e ai miti essa è eterna.
I defunti devono essere ricordati ma siccome le tombe sono soggette al deterioramento del tempo, la funzione civile delle poesie diventa ricordare le grandi gesta degli eroi. Uno di questi grandi eroi ricordati di Troia è Ettore.

Foscolo in questa ultima parte dei sepolcri, dice che le muse lo hanno incaricato di scrivere grandi cose, proprio come Omero scrisse l’Iliade e l’Odissea o come Dante la Divina Commedia. Questi due però a differenza sua sono diventati famosi, mentre lui, pur credendo che sarebbe arrivato anche il suo turno, quest’ultimo non arrivò mai. (Come sappiamo infatti Foscolo morì di vecchiaia in povertà a Londra).

FOSCOLO: ‘I SEPOLCRI’

FOSCOLO ‘I SEPOLCRI’

Indice:
Vita Ugo Foscolo
Parte uno e due.
Parte tre e quattro.

Come nasce il poema ‘I Sepolcri’?

Nel 1804 Napoleone emana l’editto di Saint Cloud, che stabiliva alcune nuove regole da rispettare soprattutto nell’ambito religioso.
Per esempio imponeva che i cimiteri sarebbero dovuti essere posizionati fuori dalle città e che le lapidi delle tombe sarebbero dovute essere tutte uguali.
La prima parte ha carattere igienico, infatti secondo l’editto non era molto igienico, per la popolazione della città, che i cimiteri si trovassero così in prossimità, mentre le lapidi sarebbero dovute essere tutte uguali per una questione democratica, infatti magari non tutti avevano il denaro per potersi permettere una lapide bella come quella di qualcun altro, e in questo modo non ci si sarebbe più posto questo problema.

Foscolo essendo sia un Ateo che un materialista convinto, almeno inizialmente, si trovò in accordo con questo editto. Successivamente però, quando l’editto trovò applicazione anche in Italia attorno al 1806 il dibattito attorno ad esso si intensificò e Foscolo modificò la sua posizione, scrivendo un testo per argomentare contro l’editto: ‘I Sepolcri’.


Foscolo “I SEPOLCRI” : ASPETTO FORMALE

Dei Sepolcri - Ugo Foscolo

‘I Sepolcri’ è un testo argomentativo di tipo ‘Carme’. il termine ‘Carme’ indica una tipologia di testo e veniva usato quando si parlava di argomenti a sfondo religioso. Questo termine infatti trasmette solennità al poema.

Questo testo argomentativo è diviso in quattro parti, che sembrano divise e distinte tra di loro, ma invece sta al lettore trovare i legami tra queste parti. Si trovano inoltre alcuni piani che si intersecano tra di loro:

  • Il presento con il passato
  • La storia con il mito
  • Il privato con il Nazionale

‘I Sepolcri’ diventano quindi un modo per parlare non solo dei morti ma anche di politica (quando di parla di Nazione, si intende la parte centro-nord Italia. Il sud infatti era occupato da più di 600 anni dai Borboni).


‘I SEPOLCRI’: PRIMA PARTE

Nella prima parte dei sepolcri, Foscolo comincia con il domandarsi se la morte risulta essere meno dura se viene celebrata nei cimiteri.
Continua poi con il rimarcare che i defunti sono sacri e che vanno per questo venerati, a sostegno di ciò cita anche gli antichi Romani i quali avevano nelle proprie case un piccolo altare al quale si recavano appunto per venerare i defunti.

Foscolo (al verso 23) fa poi un discorso sentimentale e dice che non c’è motivo ti togliere all’uomo l’illusione della sopravvivenza (non quella ultraterrena, infatti ricordiamo che Foscolo oltre a essere un materialista è anche Ateo e il concetto di ultraterreno è strettamente collegato al Cattolicesimo, quindi si intente la sopravvivenza sulla terra, nei ricordi dei vivi e tramite appunto le tombe).

Lo scopo della tomba è quindi quello di essere ricordato dai vivi ed è un punto di contatto tra vivi e morti. Per questo motivo è giusto che le lapidi siano diverse tra di loro (e non tutte uguali come stabiliva l’editto), perché in base a quanto si viene ricordati dai vivi, questi ultimi faranno una lapide più bella o curata rispetto ad altri come può essere per esempio un criminale. La bellezza della lapide non viene quindi legata al denaro che uno uno possiede per permettersi di comprare una lapide migliore o al ruolo che il defunto ricopriva, ma strettamente al ricordo che viene lasciato ai vivi.

Siamo tutti Giuseppe Parini | Il Foglio
Giuseppe Parini

A sostegno della sua tesi porta in esempio come primo argomento contro l’editto l’esempio di Parini. (Intellettuale che aveva conosciuto a Milano durante il suo autoesilio da Venezia, e che gli è piaciuto molto come persona). Parini infatti è stato un grandissimo intellettuale che però ha ricevuto, a causa dell’editto, una lapide identica a quella di un ladro. L’editto non riconosce l’importanza delle persone.

La prima parte si conclude riprendendo il gusto del macabro.


‘I SEPOLCRI’: SECONDA PARTE

Foscolo comincia la seconda parte parlando delle cerimonie funerarie, dicendo che sono tipiche di ogni civiltà, sia antiche che moderne.
Fa quindi una carrellata di tutte le cerimonie funerarie che conosce, soffermandosi in particolare su un paio:

  • Quelle cattoliche, perché le ritiene le più angoscianti (la cerimonia infonde l’angoscia della morte ai partecipanti)
  • Esalta quelle anglosassone poiché, con i suoi grandi prati verdi danno un idea di pacatezza

Viene di nuovo ribadito come la tomba sia il punto di contatto tra vivi e morti e che è da sempre così, fin dagli antichi e che quindi questa che sta esponendo non è una sua idea personale.

Al verso 141 troviamo una critica al popolo italiano (intellettuali compresi), poiché dice che gli italiani sono troppo legati al formalismo, ossia alla parte formale della cerimonia come il rito o le lapidi (gli italiani puntavano ad avere la tomba più bella possibile, facevano quasi a competizione per averla migliore di altri), invece che soffermarsi sul vero significato della tomba. Questo punto in particolare costituisce il primo insegnamento del ‘Carme’ ossia appunto, non soffermarsi troppo sulla bellezza esterna ma concentrarsi più sul significato in sé.


‘I SEPOLCRI’: TERZA PARTE

Foscolo esordisce nella terza parte con l’esaltazione delle tombe dei grandi. Andare a far visita alle tombe dei grandi (grandi intesi come personaggi importanti che hanno fatto delle cose grandi, che hanno segnato la loro storia), può accendere l’animo e infondere coraggio per fare imprese o comunque a influenzare a fare azioni positive.

Come esempio di questo parla della Chiesa di Santa Croce, situata a

continua a leggere la parte tre e quattro cliccando qui